Il fascino misterioso dell’Egitto, della sua storia millenaria, delle sue piramidi e templi, anche la sua antica religione e i geroglifici, tutto questo mi ha sempre attirato e colpito, e non potevo non andare in Egitto a vedere anche solo una piccola parte di tutto questo mistero.
Quindi tempo fa sono riuscita ad andare al Cairo e a vedere le famose piramidi di Giza, considerate una delle 7 meraviglie del mondo antico. La tappa è durata solo un giorno visto che faceva parte di un viaggio più ampio, e quindi non è stata molto esaustiva, l’Egitto meriterebbe di essere visto in più giorni, magari con una crociera sul Nilo e sicuramente non fermandosi al Cairo, ma andando a Luxor dove ci sono i templi più decorati e perchè no, fino ad Abu Simbel.
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Le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino a Giza meritano comunque di essere viste, imponenti soprattutto se si pensa a quando sono state costruite, logicamente oggi con i grattacieli che ci sono possono sicuramente fare meno impressione di una volta, ma tutto sta con che ottica si guardano. Se devo essere sincera però non sono state ne le piramidi di Giza ne la Sfinge ad avermi colpito maggiormente, ma la piramide di Saqqara che essendo più isolata da ogni parte dava più senso di mistero e di imponenza.
Dalla piana di Giza si vede infatti il Cairo con i suoi palazzi e sembra tutto cosi vicino e moderno che fa perdere l’atmosfera. E pensare che su come sono state costruite queste piramidi e sul motivo ci sono milioni di libri. Personalmente ho letto e trovato interessante “Il mistero di Orione” di Robert Bauval e Adrian G. Gilbert, nessuno dei due archeologo di professione ma appassionati di egittologia da molto tempo, hanno esposto una teoria interessante su come sono posizionati e allineati sia le tre piramidi sia i condotti al loro interno, tutto riferito alla cintura Orione.
L’altra cosa che mi ha colpito moto invece non c’entra assolutamente nulla con gli egizi, i loro monumenti e cultura, ma con il deserto e come ogni cosa diventi verdissima se solo c’è un minimo d’acqua ed il contrasto tra zone desertiche e non, e come ci sia un confine netto tra queste e quindi come convivono una in seguito all’altra zone cosi diverse tra loro. C’è infatti una differenza enorme tra le zone ricche con giardini e quelle povere del Cairo dove le case sembrano ancora fatte di fango se ci sofferma solo al colore che hanno. Anche il Nilo ha un suo fascino, e le palme da dattero, proprio da un lato della strada per Saqqara c’è un immenso bosco di queste palme, credo un po’ come i campi di granoturco che ci sono dalle mie parti, e si crea un contrasto netto tra questo verde da un lato e il deserto con la piramide dall’altro che mi ha lasciato incantata.
Tutto questo per dire che mi piacerebbe tornarci in Egitto e visitarlo più a lungo, magari anche con una puntatina a Sharm El Sheik giusto per godersi anche un po’ di mare ^_^.