Il sapore dei semi di mela, dei ribes. Oppure, il sapore delle marmellate, dell’uva. Il profumo e gli odori della mia infanzia. I ricordi delle giornate passate a giocare al sole, la mia famiglia. Ecco quello che questo libro mi fa tornare alla mente.
Un libro corto e intenso, la storia di una famiglia, con i suoi segreti, le storie di amicizia, di amore, i sensi di colpa e le disgrazie che non riesci mai a superare, e un incontro che può cambiare tutto. Che dire il libro di Katharina Hagena mi è piaciuto, tutto, la trama, come è scritto, il fatto che mi abbia fatto ricordare…
Il ricordo, anche questo è un tema del libro, il fatto di non ricordare più perfettamente quello che è successo cosi tanti anni fa, e anche se il riferimento è soprattutto alla demenza senile, mi ha comunque fatto pensare che molte cose che sono andate in un modo per me, sono ricordate in modo leggermente diverso da altri. Da mia cugina, da mia zia, con cui di recente ho avuto modo di ricordare un piccolo episodio della mia infanzia, e tutte e tre raccontavamo la stessa cosa in modo diverso. Mi è piaciuto ricordare con loro, e dire che non è passato poi molto, o almeno a me non sembra tanto. Ma forse col passare del tempo i miei ricordi si concentrano solo su alcune cose e non è detto che questo mi dispiaccia.
I sapori e i profumi della casa in campagna sono descritti cosi bene che hanno risvegliato in me i ricordi delle mie giornate passate a casa di mia nonna, con mia cugina a giocare in cortile, alcune amiche che ogni tanto arrivano a trovare una zia che avevamo in comune, le galline a cui davamo da mangiare di nascosto, le grandi tavolate sotto la cascina con tutta la famiglia per festeggiare ferragosto, le bugie dette quando rompevamo qualche fiore di geranio con la palla, i segreti bisbigliati sulla panchina che sembravano cosi importanti.
Riaffiorano i ricordi, i ricordi sono imperfetti e pertanto meravigliosi.